La rottura del legamento collaterale ulnare (LCU) o lesione di Stener

La rottura del legamento collaterale ulnare (LCU) o lesione di Stener,  è considerata tra le più comuni lesioni della mano negli atleti specialmente sciatori, portieri  di calcio o guardiacaccia.

Cause

La lesione è conseguenza di un trauma in ipersollecitazione in abduzione dell’articolazione metacarpo – falangea al I dito come avviene per esempio in seguito a caduta con gli sci o durante un trauma diretto sportivo.

Diagnosi

La diagnosi è essenzialmente clinica e si valuta con la sollecitazione in abduzione della falange prossimale sul 1° metacarpo evidenziando l’instabilità dell’articolazione MCF del pollice rispetto al controlaterale, l’incapacità di opposizione del pollice e la riduzione della forza di presa.  Indispensabile un esame radiografico per valutare il tipo di lesione, in quanto spesso si verifica un distacco all’inserzione del legamento. Può risultare utile la risonanza per valutare la posizione dell’LCU lesionato e può anche mostrare rotture parziali e danni alla cartilagine dell’articolazione MCP.

Sintomi

I sintomi comprendono gonfiore alla base del pollice, tumefazione, ipersensibilità, dolore che si accentua il movimento del pollice, instabilità dell’articolazione metacarpo-falangea, una riduzione di forza di presa, l’incapacità di opposizione del pollice . Alcuni pazienti riferiscono di aver udito uno “stoc” durante il meccanismo di lesione. Se trascurata, la lesione si trasforma in una lassità cronica legamentosa, che comporta un riduzione di forza della presa che non permette o limita sia l’attività sportiva sia le attività quotidiane.

Trattamento

Se la lesione è incompleta (deviazione fino a 30°) è sufficiente un trattamento conservativo con tutore/gesso per 4 settimane; se completa (deviazione maggiore di 30°) necessita di trattamento chirurgico.

Conservativo

Nel caso di una lesione parziale del legamento collaterale ulnare del pollice si immobilizza il pollice con stecca di Zimmer o un tutore) per 4 settimane, ma possono servirne fino a 6.

Se la lesione è completa, è indispensabile l’intervento chirurgico

Trattamento chirurgico

Il trattamento chirurgico consiste nella riparazione diretta del legamento e/o nella sua reinserzione a livello della base della 1a falange del pollice tramite mini ancorette o sistema pull-out. Nel caso di una lesione cronica si tratta di lesione inveterata di Stener e si rende necessario quindi eseguire una trasposizione tendinea. L’intervento è eseguito in anestesia plessica in Day Surgery. Dopo l’intervento il pollice ed il polso vengono immobilizzati con una stecca che viene rimossa dopo tre-quattro settimane. Dopo aver rimosso la stecca è necessaria un’intensa riabilitazione per consentire un recupero completo e precoce della funzionalità del pollice. Nelle lesioni croniche con un quadro di artrosi degenerativa e algia persistente può essere indicata l’artrodesi.

Eventuali complicanze

Infezione, cicatrice cheloide, dolorosa o retraente, lesione iatrogena di rami nervosi sensitivi; una residua lassità articolare, soprattutto se l’immobilizzazione è stata breve e/o se l’articolazione è stata sollecitata troppo e/o troppo precocemente. Le eventuali complicanze sono sovrapponibili tra trattamento conservativo e chirurgico e sono: rigidità articolare ed algodistrofia, viziosa consolidazione, ritardi di consolidazione e pseudoartrosi, osteiti, artrosi post-traumatica. Diminuzione della forza nel sollevare carichi. In caso di viziosa consolidazione e/o rigidità articolare residua dovuta ad aderenze, può rendersi necessario un secondo intervento di artrolisi o osteotomia di correzione.

Riabilitazione

Di fondamentale importanza in questo tipo di fratture è la possibilità di iniziare la mobilizzazione attiva nella fase più precoce possibile con un riabilitatore professionista specialista in riabilitazione della Mano. Già dopo 14 giorni dall’intervento si dovranno iniziare gli esercizi di mobilizzazione attiva della falange distale del pollice per evitare che si formino aderenze. Per 2-3 mesi è preferibile evitare sforzi. Dopo le 4 settimane di immobilizzazione si consentirà la ripresa graduale dei movimenti di flesso-estensione dell’articolazione metacarpo-falangea.

Ritorno all’attività sportiva.

Gli atleti possono riprendere l’attività sportiva durante la fase iniziale di immobilizzazione e proseguirla durante il trattamento riabilitativo utilizzando un tutore ortopedico di protezione. A 12 settimane dall’intervento, non ci sono restrizioni salvo complicazioni

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